Il contenuto proposto è stato prodotto in collaborazione con l'Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano. GMDE è sponsor dell'Osservatorio.
Con l’avvento della pandemia Covid19, il mondo dell’editoria libraria in Italia e nel mondo ha subito fin dall’inizio un importante calo delle vendite. A causa anche la chiusura degli esercizi commerciali, come librerie e grande distribuzione, ad Aprile 2020 l’AIE (Associazione Italiana Editori) ha registrato un -20 % del fatturato (perdita cumulata) per il mondo editoriale italiano, con oltre otto milioni di copie vendute in meno, rispetto al 2019, nei settori, solitamente più amati, di saggistica e fiction. Con la riapertura dopo il lockdown, il mercato sembra tuttavia essere in leggera ripresa: dal -20%, AIE afferma di essere passati a un -11% a Luglio 2020, rispetto all’anno precedente, stimando il mercato del libro (librerie, store digitali, grande distribuzione) sui 533 milioni di euro di fatturato 2020 cumulato.
Il Coronavirus ha sicuramente modificato anche il mondo editoriale relativo a quotidiani e periodici, e in generale alle informazioni & news: secondo quanto emerge dal Digital News Report 2020 di Reuters Institute, il Covid19 ha portato a un incremento della fruizione di news online, privilegiando l’informazione locale e via social media. In particolare, in Italia, il social più utilizzato per recuperare informazioni risulta essere Facebook (56%), seguito da WhatsApp (29%) e Youtube (24%); il dispositivo utilizzato principalmente per informarsi è ora lo smartphone, come ha dichiarato il 63% del campione di rispondenti della Ricerca.
In generale ciò che emerge, da questo periodo unico di lockdown e post quarantena, è che la pandemia ha sicuramente innescato un incremento significativo della fruizione di notizie online, costringendo gli editori ad accelerare, volenti o nolenti, il loro processo di trasformazione digitale, integrando al meglio il canale tradizionale cartaceo con quello digitale.
Spostando sempre più la proposta editoriale verso i canali digitali, gli editori sono dunque costretti, quando vogliono pubblicare un contenuto, a fare i conti non solo con un testo scritto (come può essere un articolo) ma con tutti i materiali digitali che arricchiscono il testo stesso, materiali come immagini, video, podcast o post pubblicati sui social. Un’immagine o un video possono completare sicuramente un articolo, ma possono anche sostituirlo diventando proprio il contenuto da pubblicare, a seconda dei canali attraverso i quali l’editore decide di diffondere l’argomento, siano essi digitali o su carta stampata.
Per questo motivo l’editore deve raccogliere e organizzare tutto il materiale relativo ad un contenuto: testi, immagini, video, podcast, post correlati su diversi social media.
A seconda del canale sul quale l’editore deciderà successivamente di pubblicare il contenuto, potrà in seguito selezionare, tra i vari materiali raccolti, quelli più indicati. Ci si trova quindi di fronte ad un “contenuto neutro”, ossia un contenuto la cui destinazione finale non è già stata definita a priori e che quindi molto più facilmente si potrà adattare al canale di pubblicazione.
Ma quali sono i vantaggi di utilizzare un sistema editoriale che si basa sui contenuti neutri?
Sicuramente ragionare secondo contenuti neutri permette all’editore di arricchire la propria offerta, potenziando il contenuto che vuole pubblicare: tutto il materiale che viene raccolto nel corso della ricerca su quell’argomento può essere utilizzato, dalle immagini ai video, ai post su Facebook, Instagram, Tik Tok, solo per citarne alcuni.
In questo modo anche l’experience dei lettori cambia completamente: i lettori possono infatti interagire di più, fornendo nuove immagini, nuovi testi, partecipando anch’essi all’arricchimento del contenuto stesso, che diventa quindi dinamico. Il contenuto inoltre, concepito come neutro, permette all’editore di personalizzarlo a seconda del target di lettori a cui si rivolge, di pubblicarlo su testate diverse, di poterlo riutilizzare e quindi aumentarne la visibilità.
È importante, prima di approcciare un sistema editoriale basato sui contenuti neutri, soffermarsi su alcuni punti di attenzione. È necessaria ad esempio una valutazione economica-finanziaria del cambiamento nella sua interezza. Si dovranno prevedere infatti l’acquisto di tecnologie digitali per la produzione dei contenuti e per la loro archiviazione che rispettino tutte le normative legate al copyright e la formazione alle nuove competenze di tutte le persone coinvolte. Sempre più spesso, poi, gli editori affiancano a un sistema editoriale il relativo DAM (Digital Asset Management), ossia un archivio intelligente che consente una più rapida e facile organizzazione di tutte le risorse digitali come immagini, video, audio.
Proprio per la molteplicità dei contenuti da gestire e archiviare, gli editori devono necessariamente utilizzare le nuove tecnologie digitali per essere sempre più efficienti e multicanale. Solo così, infatti, l’editore può comunicare rapidamente con l’autore e velocizzare il processo di feedback e accettazione del contenuto, e la sua pubblicazione. Grazie all’utilizzo del digitale l’editore può inoltre verificare la coerenza tra i contenuti offerti al lettore su carta stampata e quelli presenti online, mantenendo il controllo sui vari canali di pubblicazione.
In un contesto altamente incerto come quello in cui ci troviamo a vivere oggi, dove distanziamento sociale e lockdown sono fenomeni tremendamente attuali, le tecnologie digitali possono essere uno strumento efficace e utile a trasformare il settore intero. L’approccio a un sistema editoriale basato sui contenuti neutri, unito alle potenzialità del DAM, consente quindi alle redazioni di convertirsi da fisiche a interamente virtuali, garantendo la continuità del business e il pieno governo e controllo del contenuto e dei canali distributivi.
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